Narciso è un dipinto a olio su tela (112x92) per primo attribuito a Caravaggio dallo storico dell'arte Roberto Longhi, sebbene un dibattito ne abbia proposto l'attribuzione a pittori quali lo Spadarino, Orazio Gentileschi, Niccolò Tornioli e altri. Fu dipinto all'incirca tra il 1597 e il 1599[1].
È conservato nella Galleria Nazionale d'Arte Antica presso Palazzo Barberini a Roma.
La trasfigurazione di un episodio della mitologia in epoca moderna, e la spontaneità della postura e dell'espressione di Narciso, che sono sicuramente tematiche vicine all'opera del pittore, fanno propendere per l'autografia del dipinto[2].
- ^ 1.Sulle ipotesi attributive del dipinto, cfr., M.Cinotti, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio con un saggio critico di G. dell'Acqua, in I pittori bergamaschi dal XIII al XIX secolo. Il Seicento. Bergamo, 1983, I, p. 519; Mina Gregori, Caravaggio e il suo tempo, Mostra, New York, Napoli, 1985, pp. 265-266; Maurizio Marini, Michelangelo da Caravaggio pictor praestantissimus, Roma, 1987, pp. 442-443. Il dipinto fu scovato da Roberto Longhi in casa dello storico dell'arte Paolo D'Ancona nel 1913, al quale pervenne da divisioni ereditarie della sua famiglia e dallo zio banchiere Laudadio della Ripa che lo aveva acquistato dalla famiglia Giordani di Pesaro che poteva averlo avuto in eredità da Francesco Maria del Monte stante l'amicizia che questi aveva con Camillo Giordani ( cfr. Rossella Vodret, Il restauro del "Narciso", in Michelangelo Merisi da Caravaggio. La vita e le opere attraverso i documenti a c. di Stefania Macioce, Roma 1995. Dopo Paolo D'Ancona, venne acquisito da Basile Khvoshinsky, che nel 1914 lo donò alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma che ora è a Palazzo Barberini. Nel 1914 la Galleria era diretta da Federico Hermanin.
- ^ Da un punto di vista documentario, non essendo il dipinto citato dalle fonti note l'unico appiglio sembra essere una licenza di esportazione seicentesca. Come indica la Vodret, nel 1974 Maurizio Marini ha scovato in un articolo di Bertolotti (A. Bertolotti, Esportazione di oggetti di Belle Arti nella Liguria, Lunigiana, Sardegna e Corsica nei secc. XVI,XVII e XVIII, in " Giornale Ligustico" III,IV, 1876, p. 121. ), una licenza di esportazione del 1645 intestata ad un certo Valtabelze in cui, fra altre opere in partenza per Savona, è indicato un dipinto del Caravaggio raffigurante Narciso, cfr. Vodret, cit,,p. 167 e Maurizio Marini, Io Michelangelo da Caravaggio, Roma 1974, p. 387. Il ritrovamento nell'Archivio di Stato di Roma del documento del 1645, fatto dalla Vodret nel 1989 (cfr. Rossella Vodret, Brevi note sul Narciso in Caravaggio. Nuove riflessioni, Quaderni di Palazzo Venezia,6, Roma, 1989, p.224.), che attesta come la spedizione a Savona possa essere una valida alternativa alla trasmissione da Del Monte al Giordani, ha trovato il consenso di alcuni studiosi, come Mia Cinotti, Michelangelo Merisi, cit, p. 518, ma altri hanno sollevato perplessità come il Papi che ha svolto una ricerca approfondita per attribuite l'autografia del dipinto a Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino, cfr. G. Papi, Una precisazione biografica e alcune integrazioni al catalogo dello Spadarino, in Paragone Arte, 435, 1986, p. 24 e Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino, in Caravaggio. Come nascono i capolavori, Catalogo della mostra, Milano, 1992, pp. 359-368. V. anche Galli, Giovanni Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.